Matteo Jarre

Director

Più passa il tempo e meno so descrivere con precisione il mio ruolo in Decisio; un po’ invidio chi può dire “il medico” o “l’insegnante” quando gli chiedono che lavoro fa. Io non faccio l’Ingegnere, anche se ho una laurea e un dottorato in Ingegneria Energetica e Nucleare.

Nonostante spenda una quota sempre minore del mio tempo a fare analisi dati e masticare numeri, i miei studi mi hanno lasciato una abilità che reputo importante: capire quale storia c’è dietro i dati, quali verità e quali bugie. Da sempre me la cavo con le parole, scritte o dette, e mi piace unire parole e numeri per raccontare un cambiamento possibile, che sia nel modo in cui ci spostiamo, in cui produciamo l’energia che ci serve, in cui organizziamo il nostro lavoro o altro ancora.

Di cosa ti occupi in Decisio?

Una delle cose più belle del mio lavoro è che non è un lavoro, sono tanti: mi occupo di gestire alcuni progetti o di collaborare ad altri che gestiscono i miei colleghi, di cercare nuove opportunità, di una parte di lavoro amministrativo, di fare tante presentazioni in pubblico a convegni e conferenze. L’altro giorno ho montato le tende in ufficio. A volte porto il caffè alle mie colleghe, a volte loro lo portano a me.

Nel futuro vorrei occuparmi soprattutto di aiutare le mie colleghe a migliorare e crescere. Rubando una metafora a Murakami: non fare il fiammifero, fare la superficie ruvida su cui gratti il fiammifero. Far accendere gli altri.

Qual è la richiesta che ricevi più spesso dai colleghi?

Ogni settimana c’è “Matte ho questo problema al pc, me lo risolvi?” ma spesso arriva anche “Matte ci sarebbe da scrivere 10 pagine su X entro domani” e pure “Chi va a fare la presentazione su Y domani sera?”. Anche se lo sto facendo suonare come una rottura di scatole mi gaso ogni volta che mi arriva una richiesta di queste e sono felice di esaudirla.

Ed oltre al lavoro?

Ho due bimbi piccoli. E forse ci potrei mettere il punto e finirla lì, ma il fatto è che fare il papà bene secondo me è una volontà esplicita, una “azione” nel senso che è una cosa attiva. E quindi cerco di mettere il mio impegno e la mia intenzionalità nello stare con i miei bimbi e con mia moglie, senza il telefono, senza altri pensieri. Stare con loro, e stare bene.

Ci riesco sempre? Ma va. Ci riesco ogni tanto, e va bene così.

Ah sì, leggo tanti tanti libri e cerco di guardare tanti tanti film. Salgo le montagne arrampicando e le scendo sciando, anche se il cambiamento climatico mi preoccupa e mi fa dubitare.

Un progetto di Decisio che porterai sempre nel cuore?

Il Biciplan della Città Metropolitana, che si chiama Cambio. È stato il primo progetto veramente importante di cui mi sia occupato da project manager, e per tutto il progetto mi sono sentito “nel flow”: un progetto difficile, importante, da non sbagliare, e mi accorgevo mentre ci lavoravamo che lo stavamo facendo davvero e lo stavamo facendo bene. Siamo stati per un anno sopra un’onda gigantesca e l’abbiamo surfata tutta senza cadere. La soddisfazione di scoprire che dai, ogni tanto non te la cavi male.

E vedere a distanza di anni che quel piano continua a dare i suoi frutti, che i progetti vengono portati avanti e che il territorio si sta modificando almeno un pezzetto per davvero è spettacolare.

Un parola per descrivere com’è lavorare in Decisio?

Elettrico.