2020 Un anno che – di certo – non dimenticheremo.
Io però lo ricorderò anche come l’anno in cui ho iniziato a lavorare per Decisio!
Nel mese di giugno, infatti, ho iniziato a lavorare con il team e subito ho capito che il lavoro mi piaceva, è quello di cui vorrei occuparmi!
Nessuno di noi è intelligente quanto tutti noi messi insieme [Ken Blanchard]
Non è facile in tempi di pandemia da Covid-19 inserirsi in un nuovo ambiente lavorativo e fare tutto a distanza. Avrò visto i miei colleghi solo 4 o 5 volte in questi primi mesi, ma mi sono sempre sentita parte del gruppo. È questo uno degli aspetti che più mi ha colpito di Decisio! Non importa la distanza, le limitazioni dettate dall’interfacciarsi attraverso uno schermo, l’impossibilità di esprimersi attraverso il gesticolare tipico della cultura italiana: fin da subito i miei colleghi sono stati una guida, mi hanno affidato responsabilità e coinvolto nei momenti di riflessione e confronto interno.
Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua [Confucio]
A questo punto forse vi starete chiedendo di che cosa – in sostanza – io mi occupi in Decisio.
Bè, questa è una domanda da un milione di dollari!
In Decisio ho potuto trasformare le mie passioni nel mio lavoro, occupandomi di progetti che trattano di mobilità e trasporti, pianificazione urbana, sostenibilità economica, ambientale e sociale e molto altro.
Mi piace pensare che i progetti che seguo insieme al team possano generare ricadute concrete, attive, tangibili sulle dinamiche che interessano lo spazio urbano.
È il caso del primissimo progetto di cui mi sono occupata, la definizione di linee guida e principi progettuali per la realizzazione di una Zona 30 per il quartiere San Paolo di Cuneo. Il nostro lavoro è stato fornire supporto alla progettazione di questo intervento ripensando per il quartiere una nuova mobilità più a misura di cittadino e proponendo una serie di interventi volti a rendere la Zona 30 una misura concreta ed efficace.
La limitazione delle velocità non può, infatti, passare dalla sola segnalazione cartellonistica: per una Zona 30 correttamente progettata occorrono soluzioni che limitino fisicamente la velocità massima raggiungibile dai veicoli.
(Alcuni estratti del documento a titolo d’esempio)
A tal fine sono quindi stati proposti una serie di interventi di moderazione del traffico (restringimenti e flessi di corsia, chiusure al transito, portali d’accesso…) che operano in primo luogo nell’ottica di ridurre le velocità e i volumi di traffico, fondamentale se si pensa che la probabilità di morte di un pedone investito è dell’85% a 65 km/h e del 45% a 50 km/h, mentre scende al 5% procedendo ad una velocità di 30 km/h[1].
Una modifica alle condizioni del traffico porta con sé anche ulteriori benefici “indiretti” quali la riduzione di numero e gravità degli incidenti stradali (-40% secondo gli studi)[2] oppure l’attenuarsi dell’inquinamento atmosferico e acustico (-7dB del rumore prodotto dal traffico)[3] con conseguenti vantaggi per la salute.
Uno degli aspetti che più mi è piaciuto di questo lavoro è proprio pensare alle ricadute positive che questo avrà a livello locale negli anni a venire e ai benefici di cui godranno i cittadini. A tal proposito interessante è stato anche tutto il processo di condivisione di queste indicazioni progettuali con il comitato di quartiere, che si è mostrato da subito entusiasta del progetto.
Una buona comunicazione delle ragioni e dei benefici alla base di un intervento che genera un cambiamento sul tessuto locale è sempre la chiave per il suo stesso successo. Personalmente apprezzo molto i momenti di confronto tra gli attori coinvolti in un progetto, li trovo molto costruttivi!
Successivamente ho seguito la stesura del documento di linee guida per gli spazi di mobilità per il Comune di Collegno, un lavoro finalizzato a fornire indicazioni e principi utili per una corretta ed efficace progettazione degli spazi di mobilità urbana. Questo lavoro riporta indicazioni su standard, accorgimenti e buone pratiche utili alla progettazione dello spazio di mobilità sia dal punto di vista delle diverse tipologie di utenti, sia della diversità dei diversi contesti presenti. Tra gli aspetti che più mi sono piaciuti vi sono lo spazio che abbiamo dato ad una progettazione inclusiva e universalmente accessibile, attenta ai bisogni di tutti, ma anche la rilevanza che data alla funzione del verde, sottolineando i molteplici benefici che derivano dal suo inserimento in ambito urbano.
(Alcuni estratti del documento a titolo d’esempio)
Trattandosi di un documento di linee guide destinato all’Ente locale, a differenza del lavoro precedente non vi è stata interazione con i cittadini, ma il progetto è stato altresì interessante. Fornendo queste indicazioni progettuali utili alla progettazione di un ambiente urbano più inclusivo, sicuro e accessibile sento, infatti, di aver dato un apporto concreto utile alle trasformazioni che interesseranno il territorio nei prossimi anni.
Sì, forse potrei descrivere così ciò che faccio in Decisio: attraverso progetti, interventi, piani, strategie diamo il nostro contributo ad una visione che guarda a città inclusive e resilienti, a strade pensate per le persone e non per i veicoli, a politiche promosse per i cittadini e per l’ambiente, a interventi che guardano tanto alla funzionalità quanto alla tutela dei cittadini tutti e delle loro diversità.
E – per quanto mi riguarda – non può esserci lavoro più soddisfacente.
Cosa riserveranno i prossimi 100 giorni?
Non lo so, questo è solo l’inizio! 😉
[1] World Health Organization and The World Bank “World Report on Road Traffic Injury Prevention”, 2004
[2] Grundy, Chris et al. “Effect of 20 mph traffic speed zones on road injuries in London, 1986-2006: controlled interrupted time series analysis.” BMJ (Clinical research ed.) vol. 339 b4469. 10 Dec. 2009, doi:10.1136/bmj.b4469
[3] Giuseppe di Giampietro “Effetti prima e dopo delle Zone 30” – Corso di Formazione Comune di Pescara (2015)